Conoscete Gnammo? Devo ammettere che per me, fino a qualche settimana fa, era ancora una novità. Un social eating, nato dalla semplice domanda che in tanti, bravi ai fornelli, si sono sentiti rivolgere: “Ma come sei bravo… Perché non apri un ristorante?” e dalla fantasia e caparbietà dei suo creatori – Gian Luca Ranno, Cristiano Rigon e Walter Dabbicco -, che accoglie, ad oggi, 200.000 utenti registrati da tutta Italia, persone che hanno scelto di scoprire e vivere un nuovo modo di stare assieme, in casa e attorno ad una tavola.
Ma come funziona? Non occorre essere cuochi stellati, esperti: basta la passione per la cucina e per la convivialità per mettere a disposizione la propria tavola e la propria cucina ad alcuni membri del portale che scelgono di assaggiare le prelibatezze preparate dal padrone di casa. Si tratta di ristorazione alternativa e di eventi conviviali casalinghi che creano nuove opportunità di relazioni sociali, di condivisioni, a partire dagli ingredienti di un buon pasto, sano ed equilibrato. La scommessa di Gnammo è, infatti, quella di innovare la formula di social eating offrendo l'occasione di portare a tavola sempre nuove idee e anche relazioni nuove. La tecnologia, in questa caso, è parte fondamentale del progetto: gli strumenti di connessione web uniscono le persone che, dopo aver prenotato il proprio posto a cena da smartphone o da computer, condivideranno un pranzo, una cena, ma anche un aperitivo, sulla base delle varie proposte fornite dagli altri utenti. La splendida cena a base di sushi alla quale ho partecipato qualche giorno fa, sanciva la partnership tra Gnammo e Meetic, il portale dei single. Le esperienze si rinnovano e si arricchiscono rendendo Gnammo sempre più appetibile, in tutti i sensi. Il social eating va a spasso per l'Italia alla ricerca di angoli e borghi del territorio tutti da scoprire. Il 18 giugno parte la rassegna “Gnammo in tour con le Mamme del Borgo”. Il primo appuntamento all'insegna della sharing economy è previsto a Tricase Porto in provincia di Lecce dove le Mamme del Borgo in questo caso dei Pescatori, apriranno le porte delle loro cucine e delle proprie case trasformandosi in veri “ristoranti diffusi” per condividere con l’intera comunità di cittadini e visitatori i piatti della tradizione, cucinati solitamente per le proprie famiglie, con ricette tramandate di generazione in generazione. Un esempio di viaggio all’insegna del turismo esperienziale: niente posti a sedere, si mangerà a spasso per il borgo, accolti dalla compagnia degli abitanti. Ma cosa si mangerà in questi borghi? I menu saranno scelti e calibrati per gli amanti della cucina povera e locale, ricca di sapori legati alle nostre tradizioni che si rifanno alla cucina mediterranea, basati su prodotti locali a chilometro zero. La tradizione del territorio si unisce all’innovazione di Gnammo, alla continua ricerca di nuove occasioni per unire cibo e tecnologia e di nuovi modi per dare opportunità alle persone di socializzare attraverso la tavola con formule sempre diverse. https://gnammo.com/