SALUTE: IL CORONAVIRUS E L'ISOLAMENTO ASSOLUTO

L’EMERGENZA CORONAVIRUS: LE DIFFICOLTA’ PER I PLURIMINORATI

L’ emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha imposto a tutti l’isolamento e il cosiddetto distanziamento sociale. Pazienza, prima o poi ne usciremo, intanto godiamoci i momenti in famiglia e dedichiamo più tempo a noi stessi. Già, ma provate a pensare alle persone sordocieche che, a causa di queste restrizioni emanate per evitare il diffondersi ulteriore della pandemia, stanno vivendo in una condizione di isolamento assoluto. Data la minorazione sensoriale, infatti, i sordociechi utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l'ambiente circostante: in questo periodo durante il quale occorre mantenere la distanza di sicurezza, queste persone sono definitivamente isolate. Proviamo a metterci nei loro panni, ma anche in quelli di quei genitori e dei famigliari che, a causa della chiusura dei servizi di sostegno, vedono i loro cari disabili abbandonati e lasciati soli. Non tutti conoscono l’importante lavoro sociale e umano che compie quotidianamente la Lega del Filo d'Oro: solo lo scorso anno, i suoi operatori hanno seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni che spesso presentano un quadro clinico molto complesso. Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutte le persone che presentano patologie cronico-degenerative, pluridisabilità e, più in generale, un quadro clinico già compromesso, rappresentano una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il "coronavirus”. Proprio alla luce dei recenti provvedimenti emanati dal Governo, sono state definite misure preventive e disposizioni organizzative per tutte le sedi della Lega del Filo d'Oro in Italia, a partire dalla riduzione dell’attività, fino alla sospensione dei Servizi Diurni e dei Servizi Territoriali Le visite sono ridotte al minimo rese indispensabile solo per i familiari. Almeno rimangono attivi i servizi di supporto telefonico per continuare a garantire sostegno alle famiglie. Ma non basta.  

UN APPELLO ACCORATO

E’ proprio Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d'Oro a lanciare un appello alle Istituzioni perché le persone sordocieche, continuino a comunicare e a stare in contatto con la realtà esterna: "Non chiediamo deroghe alla normativa, siamo consapevoli che il virus non ne ammette. Tuttavia, il contatto rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione delle cose essenziali e allo svolgimento delle attività della vita quotidiana, avvenisse in sicurezza per noi e per le persone che ci aiutano”. Quali sono questi i servizi fondamentali? Come racconta Rosa Francioli Presidente del Comitato delle Famiglie della Lega del Filo d'Oro e mamma di un ragazzo sordocieco: “Molte delle difficoltà legate alla sordocecità, sono normalmente sopperite dalle reti: la rete dei servizi, la rete familiare, la rete amicale ed il volontariato. La stragrande maggioranza delle famiglie che faceva riferimento ad altre risorse, come ad esempio i centri diurni, oggi ne sono rimaste completamente scoperte e si trovano da sole ad affrontare enormi difficoltà. Ci sono persone che, con le dovute precauzioni, potrebbero e vorrebbero aiutare chi si trova in una situazione di necessità. Ma tra i motivi che consentono lo spostamento dal proprio domicilio, rientrano solo quelli di lavoro e di necessità personale e familiare e non di altre persone. Questo è un grosso limite”.

LO STAFF NON SI FERMA

Un applauso ai dipendenti, ai medici, agli infermieri, agli operatori, agli educatori, ai terapisti, agli psicologi nonché a tutti i collaboratori perché prestano servizio con abnegazione nei 5 Centri Residenziali della Lega del Filo d'Oro e sono anche loro in prima linea per continuare ad assistere e curare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali accolti nelle strutture della Lega.