La prima cosa che ho fatto questa mattina, appena sveglia, è stata quella di accendere la radio. Avevo voglia di musica, di ascoltare della buona musica. Non è una novità che avvicinarsi all’arte, ad ogni forma di arte, regali benessere. E’ scientificamente provato. Avete mai verificato personalmente? Ebbene, per me era un “sentito dire”, ma ieri sera ne ho avuto la dimostrazione, assistendo al balletto "La Dame aux Camélias” con Roberto Bolle. Un’esperienza davvero gratificante e appagante; e non solo perché, per la prima volta, ho occupato una poltrona del prestigioso Teatro alla Scala. E’ stata una serata speciale, durante la quale, grazie alla collaborazione tra Guna, azienda leader italiana della farmacologia low-dose e il Teatro del Piermarini, è stato valorizzato il tema del “Benessere in scena”. Prima dello spettacolo Marco Del Prete, Presidente Amiot, l’Associazione Medicina Italiana di Omotossicologia, ha sensibilizzato gli animi degli spettatori: “Le più recenti ricerche dimostrano che la fruizione di un’opera d’arte riduce significativamente il nostro stato di stress". In particolare, l' attenzione è caduta sulla Musica, forma d'arte con la capacità di enfatizzare la nostra sensazione di armonia interiore. Di certo, non occorrono validazioni scientifiche. La Musica, si sa, può modulare la percezione del dolore, viene impiegata come trattamento terapeutico per persone che soffrono di patologie neurodegenerative e che vivono in un congelamento motorio, negli ambienti lavorativi allenta la pressione. Insomma, sembra proprio faccia bene. Cosa avviene nel nostro cervello quando ascoltiamo la Musica? Su cosa agiscono le note? Del Prete spiega che “coinvolgendo le aree corticali e sottocorticali, la Musica induce al movimento perché gli stessi neuroni si muovono sentendo le note musicali”. Io non lo sapevo, ma le cellule del nostro corpo sanno sentire e comunicano tra di loro: attraverso delle vibrazioni, interagiscono tra di loro emettendo dei suoni che sono stati anche captati. Suoni che cambiano a seconda delle temperature. Da qui, sono stati portati avanti degli studi sulle staminali, cellule non ancora specializzate, ma sensibili a particolari suoni che vengono restituiti attraverso onde elettromagnetiche. Vuoi vedere che si arriverà anche a condizionare il processo di specializzazione delle cellule? Non c’è dubbio che la Musica intervenga stimolando la dopamina il neurotrasmettitore che media il piacere nel cervello, rilasciato durante le situazioni piacevoli. Ecco perché questa forma d’arte è un valido aiuto nelle fasi di adattamento a situazioni di stress e, ascoltate bene, influisce nella riduzione degli stati infiammatori. Va da sé che si profilano all’orizzonte approfondimenti ulteriori per la cura di malattie ben più gravi. Infatti, la scienza sta studiando un algoritmo per correlare la musica al particolare effetto biologico. Fantasia? Intanto, in attesa di sviluppi, ascolto della buona musica e cercherò di andare a teatro più spesso. Perché stamattina mi sono svegliata con una bellissima musica in testa
