A quanto pare, l’epidemia diabete imperversa e non solo in Italia. Ma di quale tipo di diabete stiamo parlando? Il Diabete di tipo 1 che rappresenta circa il 5-10% dei casi di diabete, è una malattia autoimmune caratterizzata da carenza insulinica; quando l’ormone deputato alla diminuzione della concentrazione degli zuccheri nel sangue è insufficiente, si manifesta una iperglicemia, in genere nei bambini, negli adolescenti e può verificarsi anche nei giovani adulti. Ben diverso è il discorso del diabete di tipo 2 che, interessando essenzialmente l’adulto, rappresenta la forma più frequente (90-95% dei casi) provocata da iperglicemia legata ad un difetto di azione dell’insulina che progressivamente diminuisce. Sono circa 3 milioni le persone che vivono con il diabete mellito - anche se non è possibile stimarle con precisione dato che non esiste un registro di malattia - gestendo il saliscendi insulinico, convivendo col rischio di andare in ipo o in iperglicemia e correndo il rischio di avere delle complicanze. Insomma, occorre fare davvero attenzione, sicuramente per prevenire la malattia cronica, ma anche, eventualmente, per correre tempestivamente ai ripari. Nell'ottica della prevenzione delle complicanze acute e croniche del diabete di tipo 1, è importante il raggiungimento di un buon controllo metabolico (Hba1c sotto 7% associato ad un "Time in Range), ovvero la percentuale di tempo che le persone con diabete di tipo 1 trascorrono nell' intervallo glicemico ottimale (pari a 70-180 mg/dl) che si auspica maggiore del 70%. Questi obbiettivi non sono facilmente raggiungibili ed ad oggi, in ampie casistiche nazionali ed internazionali, meno di un terzo dei pazienti diabetici insulino dipendenti raggiunge questo obiettivo.Qual è l’apporto della tecnologia per la gestione del Diabete e per ottenere gli obiettivi di cui sopra? Il dottor Riccardo Bonfanti, della diabetologia pediatrica del Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano, spiega come è avvenuta quella che lui stesso definisce come rivoluzione: “Non si guarisce dal diabete, ma grazie alla tecnologia, sono stati fatti molti di progressi per la gestione di questa malattia. Ad esempio, Medtronic, leader della rivoluzione tecnologica nell'ambito della gestione del diabete, è stata la prima azienda che ha introdotto il microinfusore per la somministrazione dell'insulina e per normalizzare il controllo del glucosio nei diabetici. Non era sufficiente, però, avere l’erogazione dell’insulina. Occorreva un sistema capace di modularla a seconda delle necessità: conoscere la variabilità glicemica è indispensabile per avere il cosiddetto “time in range”, ovvero la percentuale di tempo che le persone con diabete di tipo 1 trascorrono nell’intervallo glicemico ottimale che si attesta tra i 70-180 mg/dL3”. Ecco come Medtronic è arrivato ad introdurre un Sistema Integrato, contribuendo a ridurre gli episodi ipo e iperglicemici e fornendo la praticità di un sistema personalizzato per una migliore gestione del diabete. ”Si tratta di un pancreas artificiale ibrido: da una parte il sensore che per 24 ore al giorno misura, ogni cinque minuti, la concentrazione di glucosio nel tessuto sottocutaneo. Dall’altra, collegato al primo via Bluetooth, un dispositivo all’interno del quale è attivato un algoritmo di controllo che calcola la dose di insulina da infondere sulla base dei valori di glucosio rilevati dal sensore. Grazie ad una pompa (o microinfusore) che riceve il comando dal dispositivo, l'ormone viene iniettando nel sottocute e messo in circolo”. Perché ibrido? “Il nuovo sistema gestisce la somministrazione dell’insulina basale, durante i pasti l’utilizzatore deve somministrare l’insulina necessaria facendo il conto dei carboidrati da assumere”. Di certo, un’innovazione tecnologica che aumenterà la qualità della vita del diabetico: “Mi occupo di diabete pediatrico e attualmente un sistema integrato del genere può essere adottato dai bambini dai 7 anni, anche se si sta lavorando per rendere la tecnologia utile ai bambini già dai 2 anni. Certo, occorre educare il paziente, all’utilizzo di questa e di tutte le tecnologie del diabete. Ecco perché, nel nostro Centro, non mancano delle equipe dedicate ad istruire i pazienti all’utilizzo di questi strumenti in modo da mettere in condizione il paziente di ottenere i migliori risultati. Le persone con diabete hanno grandi aspettative nei confronti di questo nuovo dispositivo e dei dispositivi come questi che seguiranno nel prossimo futuro, perché facilitano il controllo quotidiano della patologia, regalano indipendenza e contribuisce a cambiare radicalmente la qualità della vita.