Avete mai pranzato assaporando elaborazioni stellate con un calice da degustazione da caffè? Anche il caffè è una bevanda che vale la pena associare al cibo rispettando dei criteri che, o per contrasto, o per concordanza, andranno a valorizzare le caratteristiche della pietanza. Non ci credete? Nemmeno io pensavo ci fossero tanto gusti e tante strutture di caffè capaci di adattarsi al menu, o meglio, al piatto. Dolce, acido, amaro: Massimiliano Marchesi, Coffee Ambassador Nespresso mi ha fatto scoprire un mondo di sapori nuovi che, attraverso l’arte dello chef stellato Andrea Berton, può completare perfettamente un menu offrendo nuove letture e nuove interpretazioni ai sapori di ingredienti, dal più semplice come il riso a al più pregiato come la capasanta. Oddio come evolve il mondo del food. Non avrei, infatti, mai pensato che, il risotto, cotto in una riduzione estremamente amara di caffè indiano, perfettamente equilibrata con la sapidità del cappero e combinata con la freschezza del lime, potesse conquistare un’identità così ben definita: una vera sfida per lo chef, perché per riuscire ad associare un piatto salato al caffè, occorre davvero conoscerne tutte le sfumature. Risotto coi capperi, lime e caffè speziato. Ogni commento è superfluo. Sia chiaro, il caffè non è come il vino. Se il vino accompagna il piatto, il caffè ne è un completamento. E che completamento! Quando Berton ha presentato la capasanta cotta nel caffé, appoggiata su crema di broccolo e accompagnata da una patata soffiata, la mia passione per la dolcezza è stata premiata dal sentore di caffè Brazil, dall’aroma davvero dolciastro, combinato perfettamente con quello della capasanta. Diciamo pure che, per riuscire a combinare il caffè con gli ingredienti che siamo soliti a mettere nel piatto e a combinare seguendo certe alchimie, occorre essere davvero preparati. Per il dolce, Berton ha utilizzato il caffè Guatemala, molto fruttato e capace di combinarsi con il sapore dominante del piatto. La capacità di Berton di utilizzare il caffè per la preparazioni di piatti di alta cucina si è evidenziata proprio nella vanificazione del rischio di perdere e di coprire il gusto dell’ingrediente dominante: stai parlando di Berton, direte voi. Non a caso lo chef ha meritato una stella Michelin.
Mi piacerebbe seguire un corso di sommelier per poter imparare a conoscere meglio i vini e sarebbe anche bello sapere degustare gli gli olii e riconoscerne i sapori e i paesi di provenienza. Non vi nego, però che, in qualità di amante del caffè, ho invidiato la vasta conoscenza dell’Ambassador Nespresso, Massimiliano Marchesi che ha saputo educare noi profani accompagnandoci in un universo di nuovi profumi e sapori originali, grazie anche alla collaborazione di Berton. Non ambisco a diventare brava come chef Berton, ma sarebbe per me un traguardo riuscire a nobilitare i miei piatti grazie alla ricerca dell’aroma ideale del caffè da abbinare alle mie preparazioni.